CITAZIONE (emix87 @ 31/5/2016, 12:40)
Beh diciamo che non è facile, ma neanche impossibile riconoscerli...
Non ho capito una cosa però, perchè non lo specifica, sul Barbus barbus dice che i raggi più lunghi della pinna dorsale e della pinna anale sono ossei e seghettati; ma anche sul Barbus plebejus sono ossei?
Un solo carattere non è sufficiente per la determinazione, guardare ad esempio solo la dorsale non basta dato che anche il nostrano può presentare il primo raggio della dorsale rigido e seghettato.
Comunque nella maggior parte dei casi non è in problema determinare la specie. Poi se si vuole determinare anche l'eventuale sottospecie o ecofenotipo di appartenenza la storia si fa più complicata.
Per non parlare di casi particolari, spesso legati all'introduzione di specie alloctone in grado di ibridarsi (ad esempio le trote farioXmarmorata, pigoXgardon o i barbi europeoXnostrano) per i quali solo partendo dai caratteri meristici è impossibile determinare il grado di ibridazione (la livrea non è assolutamente indicativa), e l'unica via è l'analisi genetica.
Inoltre quando si parla di sottospecie o varietà endemiche spesso bisogna dandare a osservare caratteristiche particolari come il numero di denti faringei (cosa che implica il sacrificio dell'esemplare).
Ormai per quanto riguarda i barbi, più che guardare livrea, pinne, bocca etc... è più utile conoscere la storia del fiume. Se si è sicuri che non c'è stato contatto con l'europeo allora sono nostrani, in caso contrario è pressochè certo che siano ibridati.
Inoltre la "storia" serve anche per conoscere se lì esiste(va) un ceppo con caratteristiche particolari.
Un'altra guida generale al riconoscimento (però limitata alla prov di Lecco) la trovi all'indirizzo:
http://www.provincia.bergamo.it/provpordoc...mento_pesci.pdf