Spigole in Bocca di SerchioLo scorso fine settimana mi trovavo nella mia città, Pisa, nella quale torno spesso dalla frenetica routine romana. C’è un luogo in particolare che mi attrae particolarmente per la sua natura selvaggia, mi attrae per il suo essere sia ambiente campagnolo che ambiente marino, mi attrae per le molte specie di uccelli che vi si possono incontrare, in particolare nei periodi di migrazione non è difficile osservare gruppi di fenicotteri. Mi attrae perché è la parte terminale di un fiume che dal punto di vista alieutico è molto interessante per quanto difficile da affrontare, un fiume che può regalare soddisfazioni inattese cosi come autentiche delusioni: il Serchio.
I pesci che fanno della Bocca di Serchio il loro habitat sono per lo più cefali e Spigole, ma a seconda dei periodi si possono incontrare Orate, Saraghi, Triglie, pesci Serra cosi come non è difficile incontrare cavedani, carpe e carassi a poche decine di metri dalla spiaggia; addirittura una volta mio fratello ha catturato una trota fario. Quindi come si può capire l’habitat è molto vario ma non per questo è semplice affrontare questo luogo.
Iniziamo col descrivere la giornata di pesca partendo dal parcheggio della macchina che va fatto presso un'area che nel solo periodo estivo è a pagamento: io e mio fratello arriviamo intorno alle ore 12 e spendiamo circa un quarto d’ora del nostro tempo per aiutare una coppia di turisti a liberare l’auto che si era infilata con le ruote anteriori in un fossato che delimita uno dei settori del parcheggio; in effetti il fossato non è assolutamente segnalato e chiunque può finirci dentro se ne ignora l’esistenza.
Una volta parcheggiata l’auto e caricata l’attrezzatura sulle spalle bisogna percorrere una stradina adiacente il fiume; le prime postazioni disponibili sono all’incirca a duecento metri, lungo un ormeggio di barche. Da questo punto per altri almeno centocinquanta metri le postazioni sono fra le palizzate che delimitano i posti barca. Il settore che preferisco si trova oltre; dopo aver attraversato un ponte, sulla sinistra inizia una barriera, profonda circa dieci metri e lunga circa cento, formata di canneti fra i quali si possono contare almeno una decina di postazioni. E’ proprio fra questi canneti che io ed il mio fratello abbiamo scelto di sistemare la nostra attrezzatura.
Il fiume appare di corrente lenta e più torpido del normale; questa è la situazione nella quale vogliamo raggiungere l’obiettivo di oggi: la spigola!
Utilizzo due canne, con due approcci differenti: block end e Method.
Passiamo alla prima montatura; come canna utilizzo una Shimano beast master e come mulinello uno Shimano Aernos caricato con dello 0,23. La montatura è un running rig di cui le componenti principali sono un block end da 30 gr small e un terminale di circa 60 cm dello 0,17 con un amo Tubertini serie 808 numero 14.
La seconda canna, una Browning modello Quiver Prime 30 della fine degli anni ‘80, un cimelio fatto aggiustare recentemente dopo un lungo periodo di inattività montata a method. In questo caso le componenti principali sono un method di 30 gr e un terminale di circa 10 cm dello 0,17 con amo tubertini serie 808 numero 14.
Il method verrà alimentato dalla pastura Marenostrum della Tubertini, e come esca vengono utilizzati bigattini su entrambe le canne.
L’azione di pesca si svolge sondando la presenza di pesci lanciando le due lenze a distanze via via differenti.
Dopo almeno due ore di assoluta mancanza di tocche decido di cambiare terminale alla canna che monta il block end, passando ad un 0,128 e un amo sempre tubertini serie 808 ma del numero 16 innescato con non più di due bigattini; mantengo invece inalterata la montatura del method. Inoltre verso le 14 il vento gira da levante a maestrale creando una leggera increspatura delle acque e si iniziano a vedere i primi cefali che saltano molto distanti da riva. E’ evidente che la situazione sta cambiando, e si avverte una maggiore attività dei pesci: iniziano le prime timide tocche. E’ in questa fase della giornata di pesca che viene salpata una spigola presa a circa 40 m dalla riva.
A seguire altre due catture di spigole, e sempre alla stessa distanza:
La giornata termina così, con tre spigole prese tutte nel giro di un’ora, prima di chiudere l’attrezzatura e venirsene via. Il fiume è stato avaro di catture nella prima parte della sessione di pesca, dopodichè ha iniziato a regalare qualche cattura.
Prima di tornare alla macchina ripuliamo il nostro spot di pesca, raccogliendo in un sacco i rifiuti lasciati da ignoti incivili: buste di pastura per cefali vuote, bottiglie e buste di plastica. Il sacco verrà poi messo nel più vicino bidone dell'immondizia.
Sperando di vedere sempre meno rifiuti abbandonati lungo le rive dei fiumi, mando una saluto a tutti, e alla prossima avventura di pesca!