CITAZIONE (sergio62 @ 31/3/2015, 15:19)
la cosa più triste è che chi sta ancora con le mani in mano sono quelli che con la pesca ricreativa ci campano, vedi i produttori di materiale da pesca.
dovrei starmene zitto, forse, poiché a disquisire nn si risolve nulla...e la situazione nn migliora...però sulla questione "silenzio" delle aziende mi trovate perfettamente concorde e parimenti stupito...ho come la sensazione che nel nostro paese ci sia una sorta di imprenditoria "parziale" o "pigra" o cmq incapace di cogliere nel complesso il sistema che dovrebbe apportargli indotto...del resto sono anni che si affida la promozione a qualche inserzione su stampa e web e le operazioni di marketing più significative cui si assiste sono trofei o memorial che finiscono per promuovere le attrezzature a chi già le conosce ed utilizza...pare mancare in toto una visione d'insieme e la capacità di agire ad ampio raggio tutelando la fonte di redditto ed investendo sulla costruzione di una clientela potenziale con operazioni a lungo termine...
in parole povere...ok che la pubblicità è l'anima del commercio, ma senza acque sicure, senza pesci, senza pescatori nel presente e senza prospettive x i pescatori del futuro a chi è rivolta la pubblicità?...ed a chi si pensa andranno vendute le attrezzature?...fossi uno di quelli che campa di pesca sarei seriamente preoccupato...ed al di là delle questioni morali, etiche ed ambientali, lo sarei per il mio futuro di imprenditore e per l'indotto che potrebbe venir meno...ed ancora, al di là del mio interesse economico personale, oltre alla preoccupazione, consapevole della mia posizione "privilegiata", sentirei pure il peso della responsabilità che comporta avere dipendenti da stipendiare...
sono fermamente convinto che le aziende potrebbero davvero essere le uniche con abbastanza voce e peso "politico" per provare a dar risalto al problema e pretendere un tentativo di risoluzione...dopotutto nn si tratta dei capricci del pescasportivo che nn trova più carpe nei fiumi, ma di posti di lavoro che rischiano seriamente di saltare...numeri alla mano, si tratta di svariati milioni di euro che rischiano di nn circolare più e che rischiano di nn finire più nemmeno nelle tasche di chi riscuote tasse e voti alle elezioni...
una classe imprenditoriale che nn tutela la propria fonte di reddito, tocca dirlo, è una classe imprenditoriale incapace o parzialmente tale...
ci sono, poi, anche altri che campano di pesca più o meno indirettamente, penso ai negozianti, a chi gestisce un'attività commerciale, di alloggio o ristorazione nei pressi di importante realtà di pescaturismo (anche solo potenziale) o di campi gara...ma questi, forse, sono più vittime del sistema, dell'impossibilità o dell'incapacità di fare sistema, della mancanza di un appoggio politico importante (come noi pescasportivi) che nn di un immobilismo fisiologico...ed ad un eventuale scesa in campo delle aziende di settore potrebbero, credo, accodarsi e fare numero trovando un canale per far sentire la loro voce...
c'è poco altro da aggiungere...se nn che oltre all'immane potenziale perdita di reddito imputabile al bracconaggio, negli anni nn s'è mai stati in grado di sfruttare appieno e positivamente le potenzialità offerte dalle nostre acque come avviene in altri stati ed altri continenti...
puntualizzo, infine, che queste mie parole, se critica possono ritenersi, debbano considerarsi come critica costruttiva...un invito ad attivarsi rivolto a coloro i quali possono provare ad agire con decisamente più speranza di noi di venire ascoltati...