| Ho poca esperienza a riguardo delle abitudini alimentari del barbo, ma "parecchia" a proposito di alimentazione delle carpe di fiume e loro pasturazione nel lungo periodo. Dopo tanti esperimenti, sono giunto, insieme ad alcuni bravi anglers polesani, a delle conclusioni che credo si possano applicare, con metodo, anche al barbo.
Come prima cosa, ho capito che l'aromatizzazione conta veramente poco, come contano poco additivi e prodotti vari che, ragionando con criterio, servono più al pescatore che al pesce, più ad alimentare il mercato piuttosto che alimentare il pinnuto. Ciò che conta è disporre di un mix equilibrato, di qualità, ma con caratteristiche semplici e basilari. Abbiamo dedotto che esso debba essere: -economico -ben digeribile -adatto alla temperatura dell'acqua e quindi alla stagione -facile da lavorare (dopo vi spiego perchè...) Non abbiamo certo scoperto l'acqua calda con queste conclusioni, ma vi assicuro che ci sono pescatori che insistono nel complicarsi la vita. Per rimanere pertinente al topic, ritengo che la pastura non sia un mix. O meglio, non è un prodotto fatto per essere lavorato e bollito. Spesso in essa vengono utilizzati coloranti ed aromi artificiali "pesanti". In definitiva, non si può mai (o quasi) avere la certezza che si tratti di un prodotto di qualità. Ergo, meglio acquistare i singoli prodotti da miscelare, così si sa sempre ciò che si mette dentro. Si guadagna in qualità e si risparmia. Noi utilizzavamo per il Po un semplice birdfood mix, con l'aggiunta di farina di pesce dalla primavera all'autunno (birdfish mix), e di robin red per il freddo. Stiamo parlando di farina di soya, semolino, farina di riso, latte in polvere, farina di mais, pastoncino per canarini. Ingredienti economici e facili da reperire. Miele e melassa per dolcificare. Aromi da pasticceria giusto giusto un pizzico. Volendo si potevano aggiungere anche banalissime spezie da cucina. Ciò che veramente ha fatto la differenza nel nostro spot, è stata la quantità. Ecco perchè prima dicevo che il mix doveva essere facile da lavorare: scendevano in acqua circa 100 kg di boilies in 15 giorni in piena stagione. Queste quantità erano dettate proprio dalla massiccia presenza di barbi nel nostro spot. Eravamo più che convinti che almeno metà delle nostre boilies finissero nei loro apparati digestivi. E le catture ci hanno dato ragione, i barbi si avventavano con ingordigia sulle nostre boilies, che innescavamo doppie nella misura di 30 mm. Spesso rimanevano svariati minuti a tentare di ingoiarle senza risultato (e questo era a mio avviso di grande attrattiva per le carpe). Altre volte neppure questi inneschi riuscivano a fermarli, e rimanevano allamati. Sputando quantità disarmanti di boilies frantumate sul materassino. Tutto ciò per dire che, a mio avviso (dopo anni di test), meglio lasciare stare la pastura al formaggio se intendi pianificare una pasturazione nel medio-lungo periodo. Ti consiglio di affidarti ad un mix "fatto in casa" semplice, digeribile, equilibrato, economico, e di puntare sulla fabbricazione di ingente quantità di esca, senza "fasciarti troppo la testa" su aromatizzazione e affini. L'unica cosa che davvero fa la differenza è dove le getti queste palline, ovvero la scelta dello spot. Esca ottima e pasturazione perfetta + spot sbagliato = flop. Esca pessima + spot giusto = catture. Esca semplice, ben fatta ed in gran quantità + spot giusto = cacao meravigliao. Non sono mai stato un genio in matematica, ma ho sempre pescato tanto! Parlo del fiume, ovviamente, e in base all'esperienza personale. Non sono certo il tipo che vuole impartire lezioni di pesca, sia chiaro, desideravo solo condividere i risultati di anni di ricerca e di pesca alla carpa di fiume. Con tanti cappotti ma anche con tante soddisfazioni. In un fiume come il Po c'è una quantità di pesce che "circola" della quale non abbiamo minimamente idea. Difficile sputtanare lo spot. Abbiamo pescato nello stesso spot per quasi 5 anni pasturando in abbondanza con la medesima esca. Mai avuto problemi.
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