Barbi in lago?

Non ci sono problemi di compatibilità ambientale per un barbo che vive in acque ferme e chiuse.
Ci sono aspetti importanti come la conformazione del fondale e l'equilibrio di predatori che possono favorire la proliferazione di nascite... che non saranno mai rapide e diffuse come quelle di breme a gardon. La prima cosa su cui punterei l'attenzione è l'ossigezione dell'acqua e la temperatura.
I barbi europei nei laghetti sono realtà diffuse da anni nel nord europa, verificato personalmente sia in Carinzia Gargantina che nella mia gita inglese dell'ottobre scorso e confermato dal simpaticissimo Bob Nudd.
In Italia, qua in Emilia, a metà anni 80 ci fu il Lago del Ciliegi a Vignola (MO) che riuscì con successo nell'intento, sebbene il lago non fosse che un pessimo recinto di cemento che di naturale aveva solo l'acqua. Ricordo le prime nuove sensazioni pescando a bolognese pesci che andavano dai 2 ai 3 kili ma ricordo anche le pessime condizioni di salute che verificai dopo anni di "prendi e molla" quando gli ami senza ardiglione non erano ancora nella cultura popolare e i pescatori di "polenta al formaggio" convivevano a spalla di quelli che cercavano nuove emozioni nei "barbi spagnoli" quando erano abituati a barbi nostrani di peso inferiore regalati in abbondanza dalle acque amiche di Reno Panaro e Secchia.
Chiaramente sto parlando di medioevo piscatorio... ma il tutto è volto a tranquillizzare chiunque abbia voglia di vericare l'adattamento di questi ciprinidi ad acque chiuse ed ossigenate. Tranquilli, piuttosto che breme e pesciacci... averne dei barbi in lago!