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Po fishing - 13) Organizer & C.

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view post Posted on 25/6/2012, 06:59
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in attesa del big!

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alle pendici del Po

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Grazie alle discutibili e cervellotiche decisioni di qualche amministratore tutta la sommità arginale ferrarese del Po è chiusa al traffico motorizzato 365 gg l’anno. Anche la sponda rodigina dello stesso tratto di fiume non è esente all’assurdo divieto seppur con regole meno restrittive sui giorni e sugli orari. Ne consegue che molto spesso lo spot si trova a svariate centinaia di metri dal parcheggio della macchina, il tutto con cinque banchine da scavallare e magari l’ultimo tratto da percorrere in pendenza su della sabbia cedevole. Roba di poco conto per uno “metallaro” armato di una sola 7’ e relativa scatola di artificiali, magari giovane e allenato dalla montagna; ostacolo durissimo per i meno giovani e per chi, come i PFM (che non è la Premiata Forneria Marconi ma sono i Po Fishing Men), sono costretti a portarsi dietro qualcosa in più di una manciata di rotanti e minnow.
Progresso e consumismo ci hanno portato ad accumulare quantità di attrezzature mostruose che, se non si ha la macchina dietro il culo, vanno giocoforza riviste e rivisitate per “eliminare” tutto quello che non è strettamente necessario. Parola d’ordine, quindi, riuscire a coniugare praticità, versatilità, protezione (la sabbia del Po è tremenda) ed efficienza...in altre parole ORGANIZZIAMOCI.

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Un carrello tipo trolley potrebbe essere una soluzione ma per raggiungere lo spot normalmente non si percorre una stradina asfaltata o perfettamente levigata, c’è l’argine in mezzo con tanta erba e arbusti sopra, ci può essere una prismata o ci possono essere lunghi tratti da percorrere sulla sabbia. Un carrellino è utile si ma solo dove non siamo costretti a montarci sopra un 6 cilindri a benzina con sistema 4x4 e ruote degne del migliore fuoristrada. Per la maggior parte delle situazioni dobbiamo scegliere l’attrezzatura solo fra quella che possiamo portarci a tracolla e nelle due mani, e tutto in un giro solo.

La seduta riveste importanza vitale, le ore da trascorrere sul fiume sono molte e se non siamo in estate, dove basta usare la sabbia a mo di seggiolino o un grosso sasso, è bene avere qualcosa dove poggiare le terga e soprattutto la schiena. Consideriamo anche che guardando le vette avon rivolte verso il cielo un appoggio stabile per la cervicale ci evita, a fine sessione, di dover ricorrere ad un ortopedico o a un fisioterapista per “sbloccarci”. Sul mercato sono reperibili diversi modelli di sedia, alcuni hanno il vantaggio di essere molto comode ma lo svantaggio di essere molto pesanti. Io uso un modello “adjastabel” in alluminio, con regolazione delle gambe, e tracolla del peso di poco più di 3 Kg.

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Parlavo di protezione, la sabbia del Po è deleteria per le canne (gli innesti se non sono perfettamente puliti rigano il carbonio) e soprattutto per i mulinelli. Non si può rinunciare a una sacca ben imbottita con tasche interne separate e tasche esterne per alloggiare picchetti e manico del guadino.

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Se non trovate un prodotto con queste caratteristiche atto a ospitare due o tre canne da 12’ o non volete spendere i soldi necessari per un prodotto di qualità possiamo optare per una semplice sacca di tipo economico da 1.60 mt avendo cura di proteggere le estremità delle canne con gli appositi cappucci imbottiti.

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Stessa cosa per il resto dell’attrezzatura che comunque deve subire una razionalizzazione massimale cercando di limitarne peso e ingombro.

A tracolla ho già il portacanne e la sedia, mi rimangono due mani libere. Una la dedico alle esche. La cosa più funzionale che ho usato negli ultimi tempi è un lined bucket, un comodissimo secchiello che contiene sia gli inneschi (dippati e no) sia i pellets o le boiles necessarie per la pasturazione “mordi e fuggi”.

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Volendo trova posto al suo interno anche il mix per i feeder visto che il bucket può fungere da contenitore per impastare il mix, l’interno è impermeabilizzato e si può agevolmente staccare (è collegato con una striscia di velcro) per essere lavato. La bait bag inoltre assicura la perfetta conservazione del contenuto in ogni condizione meteo.

Nell’altra mano trova spazio una piccola borsa in cordura, rigorosamente verde anche se penso fermamente che a fronte di una mimetizzazione (inutile) è più alto il rischio di lasciare qualcosa in giro perchè siamo noi che non lo vediamo.

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All’interno alcuni scomparti per la minuteria di maggiore dimensione (forbici-pinzette- e box porta feeder) e una scatola rigida, che funge all’occorrenza anche da piano di lavoro, in plastica dura dotata di ogni confort per il trasporto del necessario al confezionamento volante di una montatura o al ricovero dei terminali già fatti.

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Due parole sui feeder e sui piombi. Di solito, con tre canne in pesca, mi porto due cage feeder o open end feeder e 4 piombi di cui uno di tipo “acqua plane”.

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Fanno già 1 chilo e passa di zavorra. Inutile portarsi dietro decine e decine di pasturatori e piombi, se in uno spot perdo per incaglio più di due pasturatori cambio spot!

Il resto è ridotto all’osso, se poi non vogliamo spendere euro in attrezzatura comoda, razionale ma non certamente a buon mercato, si può sempre ovviare con un qualsiasi contenitore di ingombro e peso ridotto al cui interno possono trovare posto dei dischi in morbido neoprene, di derivazione marina, perfetti per ricoverare e conservare correttamente i terminali già pronti, basta fermare la girella con una normale puntina da cancelleria.

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Oltre ai terminali già pronti diventano indispensabili un paio di forbicine da trecciato,

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l’apposito accessorio per spellare i fili ricoperti,

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gli aghi per innescare con la punta ridotta (altrimenti nei pellet preforati non ci passate),

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gli stopper, una manciata di ami, un rocchetto di trecciato, conetti, girelle e perline paracolpi di varia misura, indispensabili per proteggere nodi e filo.

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Utile ma non indispensabile un bait crusher.

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Pochissima roba e accessori piccoli ma che ci semplificano enormemente la vita, sono anche piuttosto costosi ma per fortuna recuperabili, a fine sessione un paio di scatoline porta minuteria aiutano a ordinare e recuperare il tutto.

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Se, come me, lasciate a casa gli stopper, potete ovviare usando degli steli d’erba per le boiles o dei piccoli rametti per i pellet, così l’innesco risulta ancora più naturale. Per finire due parole sui lunghi e costosi terminali in trecciato. Se ben conservati sugli appositi tendi lenza

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o, come ho scritto, sui rocchetti di EVA durano tranquillamente ben più di una stagione.


prossima puntata 14) cura el pesce
 
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