www.prestoninnovations.com/en/products/df-bootquesta la recensione che ho fatto a suo tempo:
Ma che freddo fa – Preston DF Boots
“D'inverno il sole stanco
a letto presto se ne va
non ce la fa più
non ce la fa più
la notte adesso scende
con le sue mani fredde su di me
ma che freddo fa
ma che freddo fa…”
Sono le prime due strofe del testo di una canzone di Nada, cantante da tempo fuori dalle scene canore e sconosciuta ai più, o almeno a quelli che non hanno un bel po’ di anni sul groppone, la canzone per intenderci ha debuttato al Festival di San Remo nel 1969. Viene buona per parlare di un argomento che, con l’Italia attraversata da ondate ravvicinate di freddo più o meno intenso, è assolutamente attuale, ovvero l’abbigliamento tecnico per affrontare le sessioni di pesca più estreme, quando la temperatura rimane costantemente sotto lo zero. L’importanza di un abbigliamento leggero, caldo e traspirante è cosa risaputa e ampiamente metabolizzata, ma pur nelle diverse soggettive esigenze, con un occhio di riguardo alla tecnica preferita, rimangono pur sempre validi i vecchi detti popolari che per inciso di goretex, pile e compagnia cantante non avevano mai sentito parlare. Mio nonno andava con il bilancino in Po quando lo stesso fiume tendeva a ghiacciare, erano inverni veri con temperature artiche, non come ora che si etichetta come “estremo” un gennaio solo perché vengono due fiocchi di neve e il termometro segna -1°. In quei casi mi raccomandava sempre una cosa, cioè quella che al di la di come ci si veste importantissimo è tenere al caldo testa e piedi, se le due estremità soffrono il freddo lo stesso si propaga velocemente al resto del corpo con grave disagio, specie per chi come noi amanti del feeder passa qualche ora seduto in attesa del movimento del tip. Specialmente quando parliamo di piedi non possiamo non pensare a come isolarli dal terreno (ghiacciato) e di come proteggerli efficacemente prima che diventino blu come quelli dei puffi. Fidatevi che indossare calze su calze serve a nulla, anzi più il piede viene costretto nella morsa di più indumenti più la circolazione ne risente ed è la circolazione che porta il sangue (caldo) alle estremità. In questo senso la cosa migliore da indossare per il piede è un moon boot, quelli che si usano in montagna per capirci, sono caldi, isolanti ed estremamente efficienti nella protezione del piede, peccato che abbiano un grande difetto, non hanno suola scolpita e sono scomodissimi per camminare visto l’ingombro e il peso. Ora se siete sulla sponda di un laghetto commerciale vanno benissimo, la sponda è piana, comodissima e spesso ci si piazza su una piazzola di cemento o legno. Diverso se siete lungo una sponda magari in discesa, magari innevata o fangosa e scivolosa e magari con la necessità di fare qualche metro a piedi perché la macchina non è vicina. I Preston DF Boots risolvono brillantemente tutti i problemi sovra esposti. Hanno una resistente suola antiscivolo in mescola di gomma che ha lo spessore necessario per isolare egregiamente il piede rispetto al terreno. Sono leggeri e confortevoli anche nelle camminate più lunghe grazie all’avvolgente parte superiore in morbido neoprene, neoprene che è parte integrante dell’imbottitura per mantenere al meglio la temperatura dei piedi. La parte inferiore è ricoperta in gomma morbida che ottimizza l’impermeabilità della calzatura oltre all’isolamento termico. Sono disponibili nelle misure dal 41 al 46. Ho usato i Preston DF Boots nelle giornate più fredde con le rive ricoperte di ghiaccio e neve senza mai patire il freddo alle estremità e muovendomi liberamente e senza impacci su tutti i tipi di terreno. Due calzature ideali per affrontare ogni tipo di stagione fredda…anche quella che cantava Nada.